Il Deficit di Attenzione e Iperattività
è sempre stato considerato un disturbo neuropsichiatrico dei bambini, e per tale ragione non riconosciuto e trattato in Psichiatria. Ma che ne è dei (moltissimi) bambini in cui questo disturbo non viene diagnosticato precocemente, quando divengono adolescenti e giovani adulti? E ancora, è possibile che ci siano degli esordi più tardivi di questo disturbo, tali da essere visibili solo nella adolescenza e nella prima età adulta?
Negli ultimi anni la diffusione di questo disturbo è cresciuta moltissimo. Recenti studi parlano di prevalenze che raggiungono il 7% nella popolazione, assimilandolo ai disturbi più frequenti come ansia e depressione. Perché? E’ cambiata la nostra prospettiva e siamo “più bravi” a riconoscerlo e diagnosticarlo? Forse.
Però alcuni ricercatori suggeriscono che alla base di questa grande diffusione del disturbo vi sia un cambiamento delle abitudini comunicative da parte degli adolescenti e dei giovani, sempre più esposti all’utilizzo di social media, device e applicazioni che sono appositamente progettati per “catturare” in modo subdolo la loro attenzione.
Esistono strumenti farmacologici e psicoterapeutici che possono aiutare le persone che soffrono di ADHD
a ritrovare capacità di concentrazione
e a migliorare le proprie performance. Nel nostro studio è possibile ottenere una diagnosi corretta ed un trattamento adeguato.